Anche se abbiamo le tasche svuotate dai vari pranzi, cene e regali è quasi impossibile rinunciare agli sconti di fine stagione. Sia che si tratti di una maglietta, di una borsa, di un paio di scarpe o di un vestito tutti siamo alla ricerca dell’affare. Ma occorre fare attenzione, quello che può sembrare un vantaggio in realtà potrebbe rivelarsi una truffa. Leggi la mia guida per risparmiare davvero durante i saldi e far rispettare i tuoi diritti di consumatore.
I saldi rappresentano da sempre un valido modo per fare acquisti risparmiando. Un vantaggio non solo per i consumatori ma anche per i commercianti che possono così rimediare al calo delle vendite di cui sono vittime in quest’ultimi anni. Tuttavia gli sconti possono in molti casi essere solo apparenti. Occorre allora fare attenzione e prendere alcune misure cautelative per non cadere in facili truffe.
Il prezzo giusto
Come prima cosa è necessario accertarsi che i prodotti scontati siano effettivamente quelli di stagione e non magari degli scarti di magazzino o dei capi fallati. La legge infatti vuole che gli sconti siano applicati su oggetti stagionali e dunque alla moda e sui quali è possibile effettuare un considerevole deprezzamento. Ma non solo, è importante che lo sconto sia reale e che il valore originario dell’orticolo non sia stato maggiorato proprio in quei giorni.
Per accertarsene basta farsi un giro prima dell’inizio dei saldi. Il commerciante ha il dovere di esporre il cartellino con il prezzo originario dell’oggetto e con la percentuale di sconto applicata. Attenzione, lo sconto dichiarato deve sempre essere applicato, anche nel caso in cui si utilizzi una carta di credito per l’acquisto. Nel caso contrario, o meglio nel caso in cui si incontrino delle difficoltà, è possibile rivolgersi alla Polizia Annonaria del Comune.
Prove e cambi merce
La possibilità di provare un capo e di cambiarlo non è garantita dalla legge ma è sempre a discrezione del venditore, sia durante il periodo degli sconti sia durante la vendita normale. Nel caso in cui il negoziante permetta di provare il capo è sempre buona norma approfittarne per essere sicuri di portare a casa articoli che verranno poi utilizzati. E se anche il cambio è consentito è bene chiedere entro quanto tempo è possibile restituire l’oggetto acquistato.
Tuttavia le legge protegge il consumatore autorizzando la sostituzione della merce nel caso in cui quest’ultima si riveli difettosa. Precisamente il negoziante è obbligato a cambiare l’articolo fallato anche se dichiara di non effettuare cambi, e nel caso in cui la sostituzione non sia possibile, garantire la riparazione del danno oppure effettuare un maggiore sconto o restituire la spesa effettuata. Il consumatore a riguardo ha il dovere di conservare lo scontrino, accertandosi che non sbiadisca con il passare del tempo, e di restituire l’oggetto entro 24 mesi dall’acquisto.
Il venditore però può sempre dimostrare che il difetto è sopravvenuto in un secondo momento. Quest’ultimo poi, nel caso in cui goda anche di garanzia convenzionale, può indirizzare il cliente al centro assistenza del produttore. Ma se sia il venditore che il centro assistenza non adempiono ai propri doveri il consumatore può fare appello ad un centro per la tutela dei consumatori oppure rivolgersi direttamente a un Giudice di Pace.