Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 185 del 22 maggio 1999 (“Attuazione della direttiva 97/7/CE relativa alla protezione dei consumatori in materia di contratti a distanza”), l’Italia si è allineata alla normativa europea in fatto di tutela degli acquisti online. In questo contesto normativo viene regolamentato anche il “diritto di recesso”, vale a dire la facoltà dell’acquirente di restituire il prodotto (o rinunciare a un servizio) entro un termine previsto, ottenendo il totale rimborso. Tale diritto può essere esercitato nel caso di contratti a distanza (online o via telefonica), senza essere soggetti ad alcuna penalità e senza dover specificare il motivo della propria decisione. E ne possono beneficiare solo i consumatori finali, al di fuori della propria attività imprenditoriale: ne sono quindi escluse le aziende e i liberi professionisti. Vi è un altro aspetto importante: per usufruirne, è necessario effettuare l’acquisto al di fuori dei locali commerciali. Ciò significa che tale diritto decade quando un oggetto viene sì ordinato via internet, ma poi è ritirato fisicamente in un negozio.
Per quanto riguarda il tempo a disposizione per ritornare sui propri passi, una normativa in vigore dal 2014 lo fissa a un tetto massimo di 14 giorni dal ricevimento della merce (contro i precedenti 10). Per comunicare al venditore la propria decisione è necessario inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno: per il computo dei giorni, il diritto si considera esercitato nel momento della spedizione della raccomandata. A questo punto, il fornitore è tenuto al completo rimborso il più rapidamente possibile, e comunque entro trenta giorni.
In base alla legislazione vigente, all’atto della vendita il fornitore del bene o del servizio è tenuto ad indicare in modo chiaro e comprensibile tutte le informazioni riguardanti la propria identità (incluso il suo indirizzo per eventuali reclami) e le condizioni per poter praticare l’esercizio del diritto di recesso, osservando i principi di buona fede e lealtà in materia di transazioni commerciali. Questi dati devono essere forniti all’acquirente per iscritto. In caso di omessa comunicazione, la scadenza del diritto di recesso è prolungata a 12 mesi.
Risulta essere importante evidenziare che non sempre è possibile esercitare il diritto di recesso negli acquisti che vengono effettuati online. Ne sono esclusi, ad esempio, i beni o servizi legati al mercato finanziario, gli oggetti personalizzati (come monili e gioielli che recano la data di nascita dell’acquirente o il suo soprannome), i prodotti tutelati da copyright sigillati (come audiovisivi e software) che sono stati aperti dal consumatore, oppure giornali, periodici, riviste e i servizi di scommesse.
Per garantire la massima trasparenza nella transazione via internet, i siti di e-commerce prevedono generalmente una sezione (spesso denominata “Termini e condizioni”) nella quale vengono dettagliatamente riportate le informazioni relative alle modalità di acquisto e di pagamento, alla garanzia e al diritto di recesso: in questo caso, viene spiegato come è possibile esercitarlo nella massima semplicità e in che modo l’azienda si impegna a restituire il denaro al cliente. A volte tali informazioni sono indicate sotto forma di domanda-risposta nella sezione FAQ, rendendo l’approccio più informale e rassicurante.