Non sempre giungere alla lite tributaria è la soluzione migliore, in alcuni casi sarebbe meglio valutare delle vie di uscita alla base delle quali vi è un accordo tra le parti.
Vediamone insieme qualcuna.
Autotutela. Consente di annullare tutti quegli atti che sono illegittimi, come errori di persona, di calcolo, mancato esame di pagamenti eseguiti, o di documentazione presentata. Per procedere con l’annullamento si può chiedere al relativo ufficio o realizzare una domanda in cui si esponga il problema ed a cui vanno allegati tutti i documenti che dimostrano quanto asserito.
Acquiescenza. E’ da preferire soprattutto qualora l’avviso sia fondato su dati e valutazioni difficilmente contestabili: se viene accettata, sono previste riduzioni fino ad quarto della sanzione. La procedura da seguire, è quella di presentare un’istanza di accertamento con adesione, in cui il contribuente rinuncia alla presentazione e paga l’imposta dovuta, con la relativa riduzione delle sanzioni.
Accertamento con adesione. Non si tratta altro che di una sorta di accordo, in cui il contribuente riconosce la fondatezza delle contestazioni che sono state sollevate contro di lui e riceve, quindi, uno sconto sulle sanzioni che altrimenti verrebbero applicate. La procedura di attivazione può essere richiesta da entrambe le parti.
Conciliazione. Viene applicata a tutte le controversie per le quali hanno giurisdizione le Commissioni tributarie provinciali e viene utilizzata generalmente per chiudere la partita con il fisco, se la conciliazione è totale. In quest’ultimo caso viene operata la compensazione delle spese di giudizio, ossia una decurtazione del 60% delle sanzioni amministrative dovute.