Il valore del tasso di partenza più alto rispetto a quello che caratterizza i mutui a tasso variabile, è l’ elemento che fa ritenere questa tipologia di mutui un finanziamento marginale. Ma la crisi di questi ultimi anni ha segnato notevolmente anche le tendenze, dopo il crollo del segmento mutui negli USA, cresce il numero di istituti di credito che consigliano i mutui tasso fisso, e aumentano anche il numero di richieste.
Il tasso fisso, infatti, garantisce per tutta la durata del finanziamento, una rata costante.
Tra i pro del vantaggi fisso la sicurezza garantita che la rata di rimborso non subisca alcuna variazione, essendo svincolata da eventuali operazione della BCE ed essendo stabilita al momento della stipula del mutuo. Scegliere il tasso fisso, inoltre, consente al richiedente di pianificare al meglio le proprie manovre finanziarie nel tempo, come ad esempio aprire un secondo finanziamento o richiedere un eventuale prestito.
Tra i principali contro di un mutuo a tasso fisso, i costi iniziali più alti in termini di interessi passivi: infatti il tasso fisso è più caro di circa lo 0.50% o 1%. Ma i maggiori costi che caratterizzano il primo periodo dei mutui a tasso fisso, ne segnano anche tutta la durata: in caso di estinzione anticipata il capitale residuo da restituire sarà più alto ed anche la penale è maggiore, circa il 2%. Inoltre, a differenza del tasso variabile, per i mutui a tasso fisso, il mutuatario non può beneficiare di una eventuale contrazione dei tassi di interesse.