Aprire oggi un negozio di abbigliamento può sembrare ragionevolmente una follia. La crisi della nostra economia, la grande distribuzione, l’inflazione del settore sono tutti dati incontrovertibili che dovrebbero frustrare sul nascere la nostra iniziativa.
Ovviamente per avere successo bisogna avviare l’attività valutando con estrema cura la posizione del locale in funzione della concorrenza e tentando di specializzarsi in un determinato settore di competenza. saminiamo ora i dettagli amministrativi e burocratici. Con la legge 114 del 31 marzo 1998 è stato riformato il settore semplificando in maniera notevole gli adempimenti.
Per un negozio di abbigliamento con vendita al dettaglio di dimensioni non superiori a 250 metri quadrati (Comune con più di 10.000 abitanti) che ricade negli “esercizi di vicinato” del settore non alimentare bisogna, trenta giorni prima dell’apertura, presentare comunicazione al Comune: auto certificando di avere i necessari requisiti (non essere falliti e non aver riportato alcune condanne penali) e notificando ubicazione del negozio e planimetria.
Entro trenta giorni il Comune deve fornire motivazioni del diniego altrimenti vale il silenzio assenso. Il negozio di abbigliamento deve sottostare anche alle normative di Polizia urbana, annonarie, igienico sanitarie, edilizie e di destinazione d’uso del locale.
I costi, secondo questa guida sull’apertura dei un negozio di abbigliamento pubblicata su Tuaimpresa.net, non sono comunque inferiori a ventimila euro. Le procedure e le strategie di marketing possono risultare estremamente semplificate se si sceglie di aprire un negozio di abbigliamento in franchising nel qual caso si può contare sull’ausilio e l’esperienza del franchisor.